Avevo diciott’anni e da qualche tempo tutto andava male: a scuola, con gli amici, con il mio
ragazzo. Appena risolvevo un problema, ne nasceva un altro. Quel sabato mi sono svegliata
presto ed ero particolarmente depressa, mi veniva da piangere. Non avevo neanche la forza
di arrabbiarmi. Non ero più quella ragazza allegra e spensierata dell’anno precedente.
Nel pomeriggio sono andata a cercare mia madre. Stava seduta in poltrona. Quando ha
sentito i miei lamenti, ha posato la tazza da tè vuota sul tavolino e ha detto: “Tanto ho già finito
di leggere il mio giornale.” Si è alzata dalla poltrona, mi ha preso forte forte tra le braccia e mi
ha portato in cucina.
Lì ha riempito tre pentole d’acqua e le ha messe sul gas. Intanto ha tirato fuori dal frigo e
da un armadietto diversi ingredienti. Presto l’acqua è diventata caldissima. Nella prima pentola
la mamma ha messo una carota, nella seconda un uovo e nella terza del caffè. Li ha lasciati
bollire senza dire niente. Mi ha dato due piatti e una tazza da mettere sul tavolo. Dopo un po’
ha tirato fuori la carota e l’ha messa su uno dei piattini. Così ha fatto anche con l’uovo, e poi
ha versato il caffè nella tazza. Io volevo chiederle a che cosa serviva tutto quello che osservavo
e perché, invece di parlare dei miei problemi, non aprivamo bocca facendo tutte quelle cose
inutili. Ma non ho detto niente, e sono rimasta a guardare con curiosità la realizzazione di
quella strana ricetta.
Finalmente la mamma ha spento il gas e mi ha chiesto: “Cosa vedi?”
“Una carota, un uovo e del caffè”, ho risposto.
Mi ha detto di toccare la carota. L’ho fatto e ho notato che era morbida. Poi mi ha detto di
prendere in mano l’uovo e di romperlo. Ho notato che era duro. Poi ho assaggiato il caffè e ho
sentito il suo ricco aroma. Ho chiesto: “Che cosa significa tutto questo?”
Lei mi ha spiegato che ognuna delle tre cose si era trovata nella stessa situazione difficile:
l’acqua bollente. E ognuna aveva reagito in modo diverso. La carota era entrata dura
nell’acqua, ma dopo è diventata morbida. L’uovo era entrato nell’acqua delicato, ma dopo
alcuni minuti è diventato duro. Il caffè, invece, si era comportato in modo del tutto unico: il
contatto con l’acqua bollente l’ha trasformato in una bevanda aromatica!
“Quando hai dei problemi, come dovresti reagire? Preferisci comportarti come la carota,
come l’uovo o come il caffè?”, mi ha chiesto la mamma.
E io ho capito che volevo essere come il caffè: quando le cose vanno male, non devo
arrendermi o chiudermi in un guscio, ma cercare di cambiare la situazione.